L’Igienista Dentale e le neoplasie

Il cancro è una malattia a componente genetica a livello cellulare e rappresenta una delle maggiori cause di morte in tutto il mondo (1).
Talvolta trascorrono anni tra l’alterazione cellulare e la manifestazione clinica della neoplasia e, pur trattandosi di patologie in alcuni casi diagnosticabili in modo piuttosto agevole, molto spesso la diagnosi è tardiva. Le ragioni di un mancato riconoscimento tempestivo sono riconducibili ad una serie di fattori quali:

  • l’asintomaticità: in quanto le prime fasi evolutive della neoplasia sono di norma caratterizzate dalla mancanza di disturbi soggettivi e di ogni sintomatologia algica;
  • fattori di ordine psicologico e comportamentale, che riguardano i pazienti nei quali la paura del tumore e la negligenza per inadeguata informazione possono ostacolare una diagnosi precoce (1).

Nel corso di vari anni di ricerca clinica e di base, la conoscenza delle neoplasie è cambiata, nel senso che non sono più considerate delle patologie semplici, che implicano una causa o un meccanismo intracellulare comune, bensì una categoria di malattie genetiche che include molteplici condizioni (2) e particolari predisposizioni.

Nell’ambito della prevenzione si riconoscono due ruoli importanti nei quali risiedono i duplici approcci principali inerenti al profilo dell’igienista dentale, in ambito del protocollo clinico antiblastico:

  • ruolo educativo: è una delle strategie sviluppate per individui o gruppi al fine di suscitare comportamenti attenti nei riguardi della salute (3). Infatti, uno dei compiti più importanti dell’igienista dentale è quello di istruire il paziente alle pratiche di autoassistenza domiciliare, nonché quello di persuaderlo nell’atto della motivazione (4). Gli aspetti educativi dei servizi di igiene dentale permeano l’intero sistema di cura del paziente; la preparazione per un trattamento specifico, il successo immediato del trattamento ed il mantenimento a lungo termine dei servizi preventivi e terapeutici dipendono dalla comprensione del paziente di ogni procedura e dalla cura giornaliera del cavo orale(3)
  •  ruolo clinico applicato: le prestazioni operative terapeutiche, come scaling, deep- scaling e root- planing, con le procedure di cura post- operatoria sono dei trattamenti clinici prescelti per arrestare e/o controllare i disturbi e per mantenere in salute i tessuti orali. Essi fanno parte di protocolli operativi nel trattamento delle infezioni parodontali.

Ancor prima di parlare di compliance e di eventuali trattamenti, bisogna risalire allo stato psicologico del paziente, che in questi casi viene ospedalizzato; nell’immaginario di chiunque l’ospedale, è visto come un luogo di sofferenza, per cui, chiunque si ricoveri entra nello stato di coscienza di “ammalato”.

Per tale condizione psicologica, durante la degenza, il paziente ha bisogno di maggiore affetto e di contatti emotivi, che lo sostengano in questa fase transitoria e fortemente introspettiva, conglobando alla sua figura non solo la raffigurazione di una patologia che si manifesta, ma tutto ciò che gli ruota intorno, perché molte volte ci si dimentica che un ammalato è una persona e perciò possiede speranze, sogni, capacità, che talvolta vengono tralasciate e questo è sbagliato, perché è sulle sue nuove forze, che bisogna basare e concentrare tutti gli sforzi per  il ripristino di uno stato psico- fisico migliore. 

L’esperienza dell’incontro con la malattia neoplastica segna uno spartiacque molto profondo nella vita delle persone. Nessuno passa indenne da questa esperienza. È una “censura” un “inciampo” come sostengono molti pazienti: “nulla è più come prima!”

Cambiano le prospettive, il senso del tempo, delle relazioni e dei valori essenziali senza tralasciare che ogni soggetto di fronte ad un evento del genere, risponde secondo il proprio sentire. La reazione psicologica alla diagnosi di una patologia oncologica viene generalmente descritta come un processo a stadi dove da una prima condizione di shock si passa a quella di reazione, successivamente l’elaborazione ed infine la fase di orientamento. Da un momento che generalmente si caratterizza come una catastrofe, come una rottura del senso di continuità dell’esperienza di sé, si entra in un tempo in cui “la realtà” si impone con le procedure chirurgiche, farmacologiche e radioterapiche.

Da molti anni la malattia oncologica rimane quella che più di tutte colpisce l’immaginario collettivo, suscita maggior timore, angoscia ed a volte terrore. Ad essa ancora oggi, nonostante i notevoli progressi raggiunti, è associata spesso la parola morte (5).

La figura professionale medico- sanitaria (Oncologo, Chirurgo, Fisiatra, Igienista Dentale, Dietista, Infermiere, etc.) in questo tipo di paziente, gioca un ruolo importante tanto quanto la terapia stessa, perché sostiene, conforta e rincuora colui che in questa fase particolare della vita è debole, abbattuto e rassegnato ad un evento catastrofico.

Con tecniche appropriate e specifiche ci si deve accostare alla persona e cosa meno facile alla sua malattia; al primo approccio predomineranno sentimenti di rabbia o rassegnazione, ma pian piano la tendenza sarà quella di acquisizione di fiducia nei propri “collaboratori di salute”, donando in cambio ciò che di più prezioso possiede: un sorriso!

All’interno dell’equipe medico- sanitaria, l’igienista dentale, deve potersi inserire come una figura piacevole; la sua presenza non deve essere troppo invasiva o stancante, scatenando così un impatto favorevole nel paziente, che non deve rifiutarla, bensì accettarla con serena consapevolezza.

Essa interviene nel protocollo operativo neoplastico non allo scopo di eliminare totalmente gli effetti collaterali delle terapie conseguenti al cancro od i suoi stessi effetti, perché non ne sarebbe capace, ma quello di riuscire a contenere od a prevenire (ove possibile) inutili fastidi, che si traducono in vane sofferenze.

È ovvio, che una minore sofferenza porta ad uno stato di benessere, che induce la persona a sorridere…. E non vi è cosa più bella o realizzazione più grande, che riuscire ad accendere un sorriso in colui che aveva perso la speranza di riuscirci ancora.

Stefania Barbieri

FONTI:
1. A. Difonzo, S. Saracino, A. Abbinante, G. M. Nardi; “Terapia chirurgica del cancro orale. Ruolo dell’igienista dentale”; art. tratto da Prevenzione & assistenza dentale, Novembre/ Dicembre 2003
2. C. William, S. Kumao; “Neoplasie del cavo orale” 1989 Scienza e tecnica dentistica edizioni internazionali s. r. l. Milano;
3. E. M. Wilkins, G. Pappalardo “La pratica clinica dell’igienista dentale”; PICCIN 2000
4. Maria Cristina Giorgetti; “Sorrydenti: procedure operative per l’igienista dentale” UTET
5. G. Bonadonna, G. Robustelli della Cuna, P. Valagussa; “Medicina oncologica” MASSON- 2000;

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